Nicola Maria Vendola, detto Nichi, è un politico italiano, deputato dal 1992 al 2005, presidente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà fino al 2016, oltre che presidente della Regione Puglia dal 2005 al 2015. Dal 26 novembre 2023 è presidente nazionale di Sinistra Italiana. Al momento di svolgere il servizio militare di leva, presenta obiezione di coscienza. Nel 1978 si dichiara omosessuale e negli anni ’80 è stato tra i promotori e fondatori dell’associazione Arcigay e della Lega italiana per la lotta contro l’AIDS (Lila). È iscritto dal 1991 all’Ordine dei Giornalisti della Puglia.
Nel 1972 s’iscrive alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), militando nella sezione di Terlizzi del PCI fino al 1984, quando si trasferisce a Roma. Nel 1985 viene chiamato a far parte dell’esecutivo nazionale come responsabile centri per l’ambiente. In tale veste si schiera subito coi contrari all’uso di centrali nucleari
Alle elezioni politiche del 1987 viene candidato alla Camera nelle liste del PCI del Lazio, appoggiato da Arcigay e dalla rivista Babilonia, ottenendo 10 764 preferenze e non risultando eletto.[19] L’anno dopo lascia la sua carica nella FGCI e diventa giornalista per il settimanale comunista Rinascita. Contrario alla svolta della Bolognina promossa da Achille Occhetto nel novembre 1989, al penultimo congresso del PCI del marzo 1990 è tra i 105 dirigenti eletti nel comitato centrale per la mozione di Pietro Ingrao.
Sciolto il PCI, aderisce al Movimento per la Rifondazione Comunista e lavora nella prima redazione di Liberazione, il settimanale del futuro Partito della Rifondazione Comunista. In questo partito rimane fino al 2009, quando guida la scissione del Movimento per la Sinistra.
Alle elezioni politiche del 1992 viene eletto con 5 448 preferenze alla Camera dei deputati per la prima volta, essendo il candidato del PRC più votato a Bari e Foggia. Da allora rimane alla Camera fino al 2005, quando si dimette essendo stato eletto Presidente della Regione Puglia. Nel 1993 dentro Rifondazione è vicino alle posizioni del segretario Sergio Garavini, antagonista di Armando Cossutta. Nel 1994 entra nella Commissione parlamentare antimafia e viene eletto segretario.
A marzo 1995 è tra i garaviniani che, in dissenso con quanto deciso dal partito, votarono in Parlamento a favore della manovra economica del governo Dini insieme con Partito Democratico della Sinistra, Lega Nord e Partito Popolare Italiano[27]. Due mesi dopo però non partecipò alla scissione del Movimento dei Comunisti Unitari, promossa dagli altri dissidenti.
Dal dicembre 1996 fino allo scioglimento è stato vicepresidente della Commissione Antimafia; più volte oggetto di intimidazioni dovette ricorrere alla scorta. Nel 1998 denunciò il cosiddetto verminaio Messina, che portò alle dimissioni del sottosegretario all’Interno Angelo Giorgianni.
Negli anni del governo Prodi I, Vendola è tra i primi sostenitori del segretario del PRC Fausto Bertinotti contro il presidente Armando Cossutta. Negli anni successivi Vendola si schiera sempre nell’area bertinottiana del suo partito
Alle elezioni europee del 2004 Vendola viene candidato al Parlamento europeo, tra le liste di Rifondazione Comunista nella circoscrizione Italia meridionale, raccogliendo 38 746 preferenze ma risultando il primo dei non eletti (e il candidato di Rifondazione più votato dopo Bertinotti. Tre mesi dopo il PRC decide di proporre Vendola come candidato unico del centro-sinistra alla presidenza della regione Puglia. In vista delle elezioni regionali in Puglia del 2005, si candida alle elezioni primarie del centro-sinistra per la scelta del candidato presidente della Regione Puglia, dove il 16 gennaio Vendola vince ottenendo il 50,9% dei voti divenendo così il primo presidente della Puglia di estrazione politica comunista ed il primo capo di un governo regionale in Italia dichiaratamente membro della comunità LGBT. Nello stesso anno si dimette dalla carica di deputato, venendo sostituito da Maria Celeste Nardini.
L’amministrazione Vendola si caratterizza, secondo alcuni analisti di politiche pubbliche, per alcune riforme innovatrici, come la forte importanza attribuita alla partecipazione, o le politiche in materia di energia rinnovabile. Dall’altro lato però sconta una diffusa resistenza a rompere equilibri consolidati, da parte sia della struttura amministrativa sia degli stessi partiti della maggioranza, che finiscono quindi per causare il fallimento di alcune delle riforme previste, oltre a scandali di corruzione e illeciti che comporteranno alcuni rimpasti di giunta.
Nel 2017 ha aderito al neonato partito Sinistra italiana, in cui SEL è confluito, e del quale è stato eletto presidente nel 2023. È autore di numerose pubblicazioni, tra le quali occorre citare: Prima della battaglia (1983); Soggetti smarriti: memoria e presente nel racconto di una passione comunista (1991); Il mondo capovolto: cronache minime di fine millennio (1993); La mafia levantina: rapporto sulla criminalità organizzata in Puglia (1996); La sfida di Nichi. Dalla Puglia all’Italia (con C. Rossi, 2010); C’è un’Italia migliore (2011); Vestire gli ignudi seppellire i morti (2016); la raccolta di versi Patrie (2021), Sacro queer (Manni editori, 2025), raccolta di poesie che l’autore dedica «alla cara memoria di don Marco Bisceglia, prete operaio e fondatore di Arcigay»